01 novembre 2010

L'immigrazione, il Papa e i titoli dei giornali

I grandi giornali generalisti sono diventati mastodontici anche se, dalle ricerche che essi stessi hanno ripetutamente commissionato, si apprende che il tempo medio che il lettore tipo dedica alla lettura dei quotidiani è di 13 minuti al giorno.
Ciò vuol dire che i grandi giornali vengono letti soprattutto per titoli. Un tempo si diceva (celiando, ma fino a un certo punto) che l'articolo rappresenta ciò che vuol dire il giornalista mentre il titolo rappresenta ciò che vuol dire il direttore. Non sempre ciò è vero. Ma spesso è così. È grazie anche a questo meccanismo che i grandi giornali politicamente orientati possono permettersi di dare tutte le notizie, anche quelle che danno a loro molto fastidio, confondendole nei loro pezzi cercando solo di non evidenziarle nel titolo. Si attua così una pesante censura, nella sostanza, anche se non la si esercita formalmente. Spesso, però, la manipolazione è molto più grossolana dato che, nel titolo, viene addirittura espressa una verità che è in contrasto con ciò che c'è scritto nel pezzo. Per dimostrare questo approccio, che è concretamente devastante sul piano della corretta informazione e, in definitiva, anche dell'autorevolezza della testata, prendo il titolo che ieri ha fatto un grande giornale che, di solito, tra l'altro, è fra i più equilibrati e pluralisti. Non cito la testata perché non voglio fare una polemica contro questa testata ma contro questo tipo di giornalismo che si sta purtroppo generalizzando e che sembra impeccabile nella superficie, ma che, nella sostanza, è devastantemente fuorviante. Il giornale di ieri titolava così: «Il Papa: emigrare è un diritto». Da questo titolo si desume che il Papa è uno di quei forsennati che vorrebbero abolire i confini dei paesi e abbattere le frontiere per dare ospitalità a tutti coloro che vogliono entrare in un paese (purché, pare di capire, si sistemino poi in qualche bidonville lontana dalla sua abitazione). Chi avesse la pazienza di arrivare alla settantesima riga di un pezzo che, complessivamente, è di 90 righe, scoprirebbe che Papa Benedetto XVI ha detto tutt'altra cosa. Dallo stesso giornale si apprende infatti che il Pontefice ha detto: «Gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e difendere le loro frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana». Non contento di ciò, il Papa ha poi addirittura aggiunto che gli immigrati stessi «hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l'identità nazionale». Giusto l'opposto di: «Emigrare è un diritto».
(di Pierluigi Magnaschi- tratto da "ItaliaOggi" del 28/10/2010)

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