26 novembre 2007

Chavez si', il Dalai Lama no.

La notizia ormai gira da giorni. Il Dalai Lama arriverà in visita in Italia i primi giorni di dicembre ma nessun politico della maggioranza ha previsto un incontro con il capo spirituale tibetano. La Camera ha detto no, come anche il Senato ed i Presidenti Prodi e Napolitano. Il motivo? Non fare irritare la Cina che già si era tanto alterata quando Bush aveva accolto il Dalai Lama con tutti gli onori del caso.
Molti giornali hanno spiegato il niet della nostra maggioranza con i grandi interessi economici che l'Italia ha con la Cina e la paura che quest'ultima possa chiudere le porte al gran carrozzone di imprese pubbliche e private che hanno interessi in Cina. Ma secondo me c'è di più. Una riverenza da parte dei comunisti del nostro Paese nei confronti della Cina, vero e proprio totem da adorare da parte di Bertinotti & Diliberto. La mia sembra una forzatura ma allora come vi spiegate che il premier del Venezuela Chavez è stato accolto da tutte la autorità politiche italiane? Perchè lui è uno dei "compagni più compagni che ci siano". Pazienza che abbia instaurato un regime totalitario, oscurato tv libere e minacciato di incarcerare i principali rappresentanti della Chiesa venezuelana. Quello che sta succedendo in Italia è una cosa a dir poco vergognosa, ma solo una deputato di Forza Italia, Benedetto della Vedova ha deciso di opporsi raccogliendo della firme tra i deputati della Camera perchè il Dalai Lama possa essere accolto con gli onori del caso.
Ricordo che il Dalai Lama fu amico di Don Giussani e fu accolto al Meeting di Rimini da una folla di ragazzi amanti della verità e della libertà.

16 novembre 2007

Come si combatte la violenza

Ormai è passata quasi una settimana dalla morte del tifoso laziale ma non si sono ancora fermate le polemiche sui fatti accaduti in quella terribile domenica nata con un tragico incidente e terminata con la devastazione di alcune città da parte di migliaia di vandali intenti a distruggere tutto quello che trovavano. L'opinione pubblica, intrisa del solito buonismo inutile, ha già preso posizione: il poliziotto ha ucciso deliberatamente ed i vandali hanno reagito per forza di cose. Poi magari si scopre che gli amici del tifoso laziale avevamo dei coltelli in macchina, ma questo poco importa. L'obiettivo è crocifiggere l'agente di polizia e seguire il vento del consenso....
Anche la politica ha dovuto adeguarsi all'opinione pubblica, infatti il Ministro Amato ha detto: "per stavolta passi la devastazione, la prossima volta reagiremo". Come a giustificare il comportamento di gente che la sera non ha nient'altro da fare che distruggere delle città. Infatti, a dimostrazione, il 95% degli ultras arrestati sono fuori dal carcere in soli due giorni.
Nessuno, tranne Benedetto XVI, ha capito dove risieda il problema e quale sia il significato da trarre da una domenica come quella scorsa. Benedetto XVI ha detto: "L'educazione della persona nella sua integralità è la vera condizione di ogni progresso, pace e riconciliazione, e dunque di ogni esclusione della violenza". In tutto il discutere e lo scrivere di questi giorni avete sentito qualcuno parlare di educazione?
L'urgenza più grande non è chiudere gli stadi o fare più controlli, ma è risvegliare dal cuore di ogni uomo quella apertura alla positività che lo caratterizza. Il grido di Don Giussani prima e Benedetto XVI poi per l'educazione del popolo sta divenendo sempre più attuale e rischia di essere la questione più seria con cui la società italiana dovrà fare i conti nel prossimo futuro.

15 novembre 2007

La razionalità del senso religioso

Il settimanale Tempi propone un proseguimento nonchè un' attualizzazione delle ormai famose lettere di Berlicche al nipote Malacoda scritte da CS Lewis di cui consigliamo la lettura. Recentemente mi ha molto colpito la lettera in cui Berlicche pone all'attenzione del nipote Malacoda un articolo apparso sul Corriere della Sera del 26 Ottobre scorso in cui il giornalista Sergio Romano cerca di spiegare i motivi dell'aumento del turismo religioso registrato recentemente. Il giornalista individua quale causa del boom del "revival religioso" l'integralismo musulmano e la paura per la sua manifestazione estrema e radicale. Benedetto XVI è visto da Sergio Romano come un "tranquillizatore di fedeli" ed il ritorno alle religione non è nient'altro che il risultato di molte paure. Ma le successive parole di Berlicche in risposta a quanto scritto da Sergio Romano sono perfette:
"Il senso religioso non sorge come frutto di una negatività, ma come ipotesi conseguente a un'esperienza positiva. Te la dico nel modo più popolare possibile: le cose nella loro evidente presenza fanno venire in mente qualcosa che le sostenga. È come il trapezista che cade e resta miracolosamente sospeso in aria perché legato a un filo invisibile, sottilissimo, ma fatto d'acciaio, che lo regge. Il mondo è in ogni istante in questa situazione, pericolosa e nello stesso tempo (absit iniuria verbis) benedetta. L'uomo lo sa e continua fiducioso a viverci sopra, a correre, a saltare, certo che non cadrà nel vuoto. La paura gli viene quando qualcuno gli insinua il dubbio sulla solidità della fune, o sulla lealtà di colui che ne tiene in mano l'altro capo. È la paura a essere irrazionale, la fiducia caratteristica dell'uomo religioso è assolutamente ragionevole. Infatti, l'uomo in preda alla paura cessa di essere razionale e si aggrappa ossessivamente alla prima cosa che può afferrare. L'ambientalista terrorizzato dallo scioglimento del pianeta non si rivolge a Dio, ma pensa di salvare il mondo andando in bicicletta o affidandosi al sole, la più grande fonte di calore che noi si conosca. L'uomo impaurito non diventa religioso, diventa idolatra. Non per nulla quel gran guastafeste di Giovanni Paolo II invitava gli uomini a non avere paura di Cristo, ad «aprire», «spalancare» la mente, esattamente come il suo successore li invita ad «allargare la ragione».
Ho pensato fosse utile postare queste parole di Berlicche in quanto rappresentano in modo chiaro la razionalità della fede ed i motivi per cui Benedetto XVI è accolto ovunque vada da un fiume di persone.

14 novembre 2007

Scusate l'assenza, ma ne è valsa la pena!!

Sono passati oltre dieci giorni da quando abbiamo scritto l'ultimo messaggio, ma questa assenza è stata più che giustificata. Mercoledi' scorso 7 Novembre infatti abbiamo partecipato all'udienza generale del Santo Padre Benedetto XVI e, come sposi novelli, abbiamo avuto la possibilità di salire sul sagrato di San Pietro.
Ma l'emozione di potersi sedere ed ascoltare il Papa in un luogo cosi' privilegiato è stata superata di gran lunga al momento dell'incontro personale con Benedetto XVI. Poche parole, ma dagli sguardi si è capito tanto. E' stata un'occasione unica per conoscere e ringraziare Benedetto XVI per il suo magistero, per la sua presenza sempre attiva. Una lacrima è scappata quanto ha stretto forte le nostre mani come per darci un pò della sua forza e sopratutto della sua fede. E' presto per spiegare cosa significhi aver incontrato personalmente il Papa, sono ancora tanti i ricordi e le emozioni che si rincorrono. Stiamo sforzandoci di mantenere intatto il ricordo di quei momenti, e pensiamo che mai potremo dimenticarli.

02 novembre 2007

Ciao Don Oreste

La scorsa notte è deceduto Don Oreste Benzi. Benedetto XVI lo ha chiamato "apostolo della carità". Un ringraziamento ed un saluto per questo sacerdote che, seppur lavorando nell'ombra, ha lasciato il segno combattendo ogni giorno a fianco dei giovani e degli emarginati. Questo nel giorno in cui ci si stupisce e ci si scandalizza per l'omicidio di una donna da parte di un giovane romeno. Come se le cose si fossero messe male nelle ultime 48 ore.....
Se invece di scegliere come sindaco di Roma Veltroni avessimo eletto Don Oreste magari la situazione sarebbe diversa, ma la storia ci insegna che i politici salgono agli onori dell'altare a prescindere dal loro operato mentre il "lavoro sporco" tocca a sacerdoti come Don Benzi, che, purtroppo, è stato elogiato dalla stampa solo alla notizia della sua morte.