31 ottobre 2007

I geni viventi...storie da pelle d'oca

Nella giornata di ieri è apparsa su vari siti la notizia che una rivista inglese, il "Telegraph", ha stilato la classifica dei primi cento geni viventi.
Roba non credere: al primo posto l'inventore della potente droga Lsd, al quarto posto l'inventore dei Simpson ed al settimo posto Dario Fo.
Già questo potrebbe essere sufficiente per smettere di leggere, ma adesso arriva il bello. Al 43° posto c'è Bin Laden, nominato genio vivente del terrorismo. Dario Fo ha commentato: "è tipico dell'umorismo inglese, e poi è una dimostrazione della serietà dell'inchiesta".
Difficile commentare una notizia simile, è una sorta di barzelletta che però ha un non so che di terribile vista la gravità delle affermazioni di Fo.
Ovviamente non pretendevamo che gli inglesi si ricordassero di un uomo, Benedetto XVI, che più di ogni altro lotta per la difesa della vita, della famiglia e del dialogo interreligioso.
A proposito di dialogo interreligioso, oltre a Benedetto XVI, primo vero genio vivente, avanzeremmo la candidatura anche di un altro personaggio la cui genialità supera quella dei cento personaggi contenuti nella classifica del Telegraph. E' Magdi Allam. Proponiamo l'Inno alla Vita, presente come incipit del suo nuovo libro "Viva Israele".
Grazie alla vita ho scoperto l'umanità
l'umanità che mi ha regalato il dono dell'amore
Grazie all'amore ho scoperto la verità
la verità che mi ha regalato il bene della libertà
Grazie alla libertà ho scoperto Israele
Israele che mi ha regalato la fede nella sacralità della vita
Grazie alla sacralità della vita ho scoperto la civiltà dei valori
la civiltà dei valori che mi ha regalato la fiducia in un mondo di pace.
Grazie alla vita, Viva la vita!
Grazie all'amore, Viva l'amore!
Grazie alla libertà, Viva la libertà!
Grazie Israele, Viva Israele.

29 ottobre 2007

Grazie ragazzi!!

Dal sito Ansa:

"TARANTO - La preside dell'istituto nega la celebrazione della messa per l'inaugurazione dell'anno scolastico e gli studenti disertano per un giorno la scuola, organizzando la messa per conto proprio e partecipandovi in oltre 500. L'episodio - riportato oggi sulle pagine del quotidiano 'Avvenire' - è accaduto al liceo scientifico Battaglini di Taranto. Secondo il racconto degli studenti, la preside avrebbe dapprima accolto e poi respinto la richiesta degli studenti di celebrare una messa per inaugurare l'anno scolastico, come accadeva da decenni al 'Battaglini'. La messa, riferiscono sempre gli studenti, doveva essere anche l'occasione per ricordare l'ex preside dell'istituto Cosimo Lovelli, morto la scorsa estate. Di fronte al rifiuto del dirigente scolastico, gli studenti hanno contattato il parroco della chiesa di San Pasquale e ieri hanno partecipato in massa alla funzione religiosa, disertando le aule."
Questi sono i segni evidenti che la nostra cultura e la nostra identità cristiana non potranno mai essere schiacciate ed annientate dai soliti laicisti progressisti. Un ringraziamento ai ragazzi di Taranto che hanno avuto coraggio di testimoniare la Libertà.

25 ottobre 2007

Le scelte sessuali sono un libero arbitrio

Riportiamo l'articolo del prof. Massimo Introvigne apparso sull'edizione odierna de "Il Giornale".
In questo articolo il prof. Introvigne, come sempre chiarissimo, annienta tutte le accuse di oscurantismo lanciate contro la Chiesa in materia di unioni omossessuali. Da leggere con grande attenzione.

"I cattolici non accettano di riconoscere uguale ruolo sociale agli atti e alle unioni omosessuali rispetto all’amore e al matrimonio fra un uomo e una donna. Attenzione: «atti e unioni» omosessuali, non persone. Non conosco nessun intervento della Chiesa dove non si cominci con il sottolineare la dignità della persona omosessuale in quanto persona. La magna charta della Chiesa sul tema, la lettera del 1986 firmata da Joseph Ratzinger a nome della Congregazione per la dottrina della fede, esprime la più precisa condanna delle «espressioni malevole e azioni violente» contro qualunque omosessuale, dichiarandole «lesive dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile». La Chiesa, dunque, non ha bisogno di lezioni: quando è in gioco la difesa della dignità di ogni persona - credente o non credente, eterosessuale o omosessuale, sano o disabile - si trova sempre in prima linea. Mal’uguale dignità della persona omosessuale non significa che la sua unione con una persona dello stesso sesso abbia lo stesso ruolo sociale e debba godere dello stesso riconoscimento giuridico del matrimonio.

Chi attacca la Chiesa ha capito poco o nulla del metodo Ratzinger. Dal momento che i cattolici - che nel mondo non sono maggioranza - devono allearsi con altri per vincere le loro battaglie, compresa quella contro il matrimonio gay, il Papa preferisce non argomentare anzitutto sulla base della teologia e del Vangelo, ma della ragione.

Anche in tema di omosessualità il documento del 1986 - seguito da una buona ventina d’interventi dell’attuale Papa - si appella in primo luogo alla «ragione umana». Se si limitasse a citare il Vangelo, parlerebbe ai soli cattolici. È invece utilizzando argomenti di ragione che Ratzinger cerca di mettere insieme credenti e non credenti, uniti dall’idea che gli atti e le unioni omosessuali non possano vedersi riconosciuto lo stesso ruolo sociale del matrimonio senza minare le basi stesse su cui si regge da secoli la società. A chi obietta che l’idea di ragione della Chiesa non è la stessa, per esempio, di Zapatero, Ratzinger ha risposto in uno splendido discorso del 5 ottobre scorso che non ci sono una ragione cattolica, una laica e una musulmana o buddhista. C’è una ragione capace di leggere correttamente il reale e una che sbaglia. E chi sbaglia non lo decide il Papa, ma il buon senso. Il comune buon senso sa che rubare, uccidere, spacciare droga è male. Sa anche che le unioni omosessuali non sono la stessa cosa del matrimonio: non fanno nascere bambini, non sono il luogo normale dove i minori sono educati, non hanno costruito quella famiglia che è stata per secoli, piaccia o no, la cellula fondamentale della società occidentale e ne ha garantito la sanità e la coesione.
L’ipotesi secondo cui qualcuno nasce omosessuale non è nuova: è stata formulata nel 1897 da Magnus Hirschfeld. Nonostante abbia conquistato lobby influenti nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è mai stata dimostrata. Il biologo Simon Le Vay, ripetutamente indicato come scopritore del fondamento genetico dell’omosessualità, ora dichiara di «non averemai asserito questo». Gli studi sui gemelli di Bailey e Pillard, che avrebbero dovuto dare la prova finale che omosessuali si nasce, hanno concluso che questa prova non c’è. I dati più recenti di Dean Hamer, celebrato come lo scopritore del cosiddetto «marcatore omosessuale», sottolineano che oltre il 70% degli omosessuali non presenta tale «marcatore». Allo stato delle ricerche degli scienziati (non dei preti o pastori) si può parlare in «casi singoli» di una «predisposizione », ma non di una determinazione genetica comune e irrevocabile. L’educazione e la socializzazione sembrano i fattori cruciali.
La Chiesa attende serena. Più laica delle lobby omosessuali, chiede solo che il dibattito scientifico sia condotto senza divieti formulati sulla base di pregiudizi, secondo cui «gay si nasce» è un dogma e chi sostiene che «gay si diventa» è un nazista."

Il cinque per mille stabile e senza limiti!

Ormai siamo al paradosso: il governo di sinistra, tutto proteso verso i più poveri ed i più deboli mette un tetto al cinque per mille introdotto dal Governo Berlusconi nel 2005. Non ci credo!!Ebbene si', vi sarà un tetto di 100 milioni di Euro da destinare a tutte le associazioni in regola per l'ottenimento del cinque per mille.
Ogni euro in più sarà incamerato dallo Stato. Considerando che il risultato del 5 per mille del 2006 si aggira intorno ai 260 milioni di Euro vuol dire che il prossimo anno 100 milioni andranno alle associazioni e 160 allo Stato.
Ecco l'ennesimo esempio di statalismo accentratore che nega la libertà. E per fortuna che volevano scrivere una Finanziaria per i poveri!! Troppa autonomia alla società civile, troppa libertà e troppa creatività. Nein, serrar le file. Fate la beneficenza finché ve lo diciamo noi.
Paolo del Debbio ha scritto: "Ma è così difficile rendersi conto che in questo modo si costruisce una società di rammolliti, togliendo la libertà necessaria per costruire una società di persone responsabili che vogliono destinare un po' dei loro soldi a cause sacrosante?".

Cerchiamo di fermare questa iniziativa firmando la petizione cliccando sul link sottoriportato o sul banner nella colonna di destra.

http://www.firmiamo.it/cinquepermillestabileesenzalimiti

Benedetto XVI iscritto a Rifondazione Comunista??

Il Santo Padre, in un intervento scritto per l’inaugurazione della Settimana Sociale delle Comunità Cristiane accenna al problema del lavoro precario e subito, stampa e sinistra politica, lo paragona ad un Bertinotti qualsiasi. Brutto vizio quello di estrapolare frasi, censurando tutto il resto. Fabio Cavallari, giornalista di Tempi ed attento osservatore di tutto ciò che si muove nel mondo della sinistra, intervistato da Radioformigoni, esprime questo parere.

Benedetto XVI iscritto d’ufficio a Rifondazione Comunista?

Di fronte a quanto ha detto la stampa o alcuni sindacalisti mi sono semplicemente messo a ridere e spiego il perché. In questo ultimo periodo, ogni qual volta la Chiesa ha espresso il suo pensiero attraverso Benedetto XVI o attraverso un Vescovo o un Cardinale, immediatamente si è detto: questa è ingerenza nello Stato laico; la Chiesa parla degli uomini, quindi parla della vita e della morte; e ogni qual volta si è gridato all’ingerenza. Allora io credo che non si possa oggi, perché qualche dichiarazione possa far comodo, applaudire in questa maniera; perché è chiaro, è evidente che è strumentale.

Allora c’è una questione probabilmente di metodo: se si ritiene che le parole di Benedetto XVI possano essere d’aiuto, lo possono essere sempre, e questo perchè si ritiene che il cristianesimo è cultura identitaria e quindi la Chiesa diventa un interlocutore. Poi lo Stato, giustamente, agirà autonomamente. Ma è un interlocutore sempre e non soltanto in alcuni casi..

La seconda cosa per cui ho riso è perché in quel discorso ovviamente si parlava della precarietà, ma si parlava anche della famiglia, della famiglia costituita da un uomo e da una donna attraverso il matrimonio. Di questo i commentatori non hanno fatto cenno e, quello che mi fa ridere, è che oggi chi critica la precarietà, io dico anche con elementi di verità e con una critica anche positiva, giusta, sono gli stessi che possiamo chiamare gli sponsor ufficiali, di quella precarietà che non è quella che riguarda il lavoro ma è quella che riguarda i rapporti affettivi, che è quella che riguarda la famiglia; sono gli sponsor ufficiali della precarietà affettiva.

Allora io credo che la precarietà, se è un male o comunque se è qualcosa da indagare, è da indagare non solo quando si parla della precarietà lavorativa ma in tutti gli altri campi che a volte creano maggior problemi ancora.


Lei Cavallari è critico verso le posizioni che la sinistra, sinistra, ha sul tema del precariato, però è altrettanto critico, mi sembra, anche sulla posizione che vede la flessibilità come una manna senza alternative.

Certo, io penso che entrambe le posizioni, quella ferocemente critica e quella in altra maniera esultante al cospetto della flessibilità, siano entrambe non produttive, perché il punto essenziale su cui sarebbe importante iniziare a dialogare è sul concetto di lavoro e su quello che c’è all’interno del lavoro, l’opera, l’azione che c’è all’interno del lavoro, perché la precarietà a vita sicuramente non è possibile, ma non è possibile neppure pensare che la flessibilità, diversa cosa dalla precarietà, sia dannosa in se stessa. Il punto da affrontare a sinistra, e non solo, sarebbe il lavoro, il concetto stesso di lavoro umano. Allora forse se riuscissimo a fare una discussione di questo tipo probabilmente riusciremmo a sciogliere anche tanti punti interrogativi e tante feroci critiche, cosa che finora non si riesce a fare.

23 ottobre 2007

Liberi di scegliere!

Il governo ha deliberato l'impugnazione alla legge regionale 19/07 sul Sistema educativo di Istruzione e Formazione della Lombardia. Si tratta di un atto contrario a quella pari dignità che merita di avere il mondo della Formazione professionale, che mina la libertà di scelta educativa promossa e attuata in Lombardia dal presidente Formigoni e che rischia di aggravare il già preoccupante livello di dispersione scolastica dell’Istruzione. Vi invitiamo quindi a prendere una decisa posizione di sostegno al presidente e di protesta nei confronti del ministro Fioroni.
Impugnare la legge regionale è una decisione scellerata, che affossa il mondo della Formazione lombarda e mette a repentaglio il futuro di migliaia di ragazzi che vedrebbero impedita una risposta alle proprie aspirazioni.
Vogliamo che il Ministro Fioroni revochi – subito! – la decisione di ricorrere in Corte costituzionale contro quella legge.

Aderisci alla petizione cliccando sul link qui sotto o sul banner presente in fondo alla colonna di destra:

http://www.firmiamo.it/sostegnodellaleggesullascuolainlombardia

18 ottobre 2007

"Giornata nazionale della colletta alimentare"

XVI GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE


“Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco, non ce la fai più. E d’un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno - uno sguardo umano - ed è come se ti fossi accostato ad un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice."
SABATO 24 NOVEMBRE 2007 SI SVOLGERA' IN TUTTA ITALIA LA DECIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE, INIZIATIVA ANNUALE ORGANIZZATA DALLA FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE ONLUS.
PARTECIPA ANCHE TU ALLA COLLETTA ALIMENTARE: RECATI PRESSO UNO DEI SUPERMERCATI DELLA TUA CITTA' (v. elenco sul sito del banco: http://www.bancoalimentare.it/), DOVE, CON UNA PICCOLA SPESA AGGIUNTIVA, POTRAI COMPIERE UN GESTO DI CONCRETA CARITA' CRISTIANA VERSO I PIU' POVERI.
NEI SUPERMERCATI TROVERAI I VOLONTARI DELLA COLLETTA, MOSSI DA CIO' CHE E' BEN ESPRESSO NELLE RIGHE IN EPIGRAFE.
CONDIVIDERE I BISOGNI PER CONDIVIDERE IL SENSO DELLA VITA.

Partecipare a un gesto di carità cristiana come la colletta, così semplice e concreto, accessibile a tutti, svela la legge della vita che è amare, dono di sé. Se uno vede che quanto più ama, tanto più è se stesso e che in questo darsi non si perde, ma si guadagna , allora tutta la vita diventa desiderio di condividere il bisogno degli altri per condividere il senso della vita.


TI ASPETTIAMO!!

17 ottobre 2007

Betori (Cei): "Che delusione le suore nel Pd"

Tratto dall'edizione odierna de "Il Giornale".
Roma - «Ci troviamo di fronte a una campagna di mistificazione che vuole presentare come un privilegio le condizioni per l’esercizio della missione della Chiesa». Dopo settimane di attacchi sulle esenzioni fiscali e sui «privilegi», il segretario della Conferenza episcopale italiana, Giuseppe Betori, ribatte alle critiche. E con il Giornale parla del fenomeno Grillo, delle primarie del Pd, del ruolo dei cattolici in politica in un Paese, l’Italia, dove la grande maggioranza dei cittadini, afferma, «ha fiducia nella Chiesa».
Esiste un distacco sempre maggiore tra il Paese reale e la «casta» dei politici. La Chiesa avverte questo distacco?
«Direi che la parola “casta” non riesce a fotografare adeguatamente una realtà che è più complessa. Ma esiste certamente una reazione verso atteggiamenti “di casta” che la politica ha assunto. Il punto non è però la condanna dei privilegi, quanto piuttosto la percezione sempre più radicale di una lontananza della politica dai problemi reali dei cittadini. Quando la gente è provocata sui problemi veri, su temi sensibili, risponde. Lo abbiamo visto nel caso del referendum sulla fecondazione assistita e nel caso del Family day».
Come giudica l’affluenza alle primarie del Pd?
«Dimostra che non c’è solo disaffezione: quando la possibilità di partecipare è reale, le persone partecipano. Non vorrei però esaltare oltre misura l’affluenza alle primarie. Esiste ancora l’apparato dell’ex Pci, poi Pds e ora Ds e se i militanti sono chiamati, rispondono come un tempo. Questa capacità di mobilitazione fa parte della tradizione di una certa parte politica. Mi sarei stupito di un risultato diverso».
Cosa ne pensa delle suore che sono andate a votare per le primarie?
«Sinceramente, non mi ha fatto piacere. A noi dicono che facciamo ingerenza ogni qual volta interveniamo, poi si esalta la partecipazione di religiosi a una consultazione che riguarda la vita interna di un partito. Noi non partecipiamo alla vita dei partiti e interveniamo soltanto quando sono messi in gioco alcuni grandi valori umani. Quanto al Pd, non prendiamo alcuna posizione: sarà giudicato sulla base dei fatti».
Come favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica?
«È un problema culturale, stanno venendo meno i valori condivisi, manca l’idea di un bene comune. Nei prossimi giorni parleremo proprio di questo, durante la Settimana sociale. Come Chiesa siamo in ritardo nel diffondere la dottrina sociale e nel preparare i credenti a questa partecipazione, ma questa è la via».
Come giudica il fenomeno Grillo?
«Rappresenta il segnale di un malessere. Non mi sembra che la soluzione al problema del distacco dei cittadini dalla politica passi per queste strade senza un riscontro opportuno di partecipazione nelle strutture della nostra società. Il fenomeno non va sottovalutato ma neanche cavalcato».
In queste ultime settimane siete stati oggetto di critiche forti per le esenzioni fiscali. La Chiesa in Italia è privilegiata?
«Credo che ci troviamo di fronte a una campagna di mistificazione che vuole presentare come un privilegio le condizioni per l’esercizio della missione della Chiesa come di altri soggetti che operano nel sociale. Non credo che si tratti di una campagna preordinata, ma confesso che questo mi preoccupa ancor di più, perché sarebbe più comodo individuare pochi responsabili. In fondo, la Chiesa fa una grande elemosina, un’attività caritativa strutturata. Punirla, come punire gli altri soggetti che intervengono nel sociale, significa punire la società stessa. Non penso si possa mettere una tassa sull’elemosina! Esiste una cultura egemone che non rispetta la presenza sociale della Chiesa, non la tollera, non la vuole».
È vero o no che sono esenti dall’Ici anche gli immobili della Chiesa destinati a fini commerciali?
«Se per fini commerciali si intende fini di lucro, nessuno stabile a fini di lucro è esente dall’Ici. Sono esentati gli immobili usati per finalità sociali, quelli della Chiesa come quelli di altri soggetti, come i sindacati e le associazioni. Non abbiamo timore di dire che tutto ciò che non soggiace all’Ici e ha fini di lucro deve soggiacerci e nei Comuni ci sono uffici competenti per fare queste verifiche. Altra cosa sono le Caritas, che possono ricevere finanziamenti da parte dei Comuni per le mense e sono obbligate a rilasciare fatture commerciali: non è un’attività lucrosa e non fa concorrenza ai ristoranti».
La Chiesa italiana riceve un miliardo di euro con l’otto per mille...
«Si dimentica che è la conseguenza del passato incameramento da parte dello Stato dei beni degli ordini religiosi. Lo Stato si era impegnato a mantenere il clero con la “congrua”. L’otto per mille è per così dire una de-statalizzazione: non è più lo Stato a dare questo sostegno, sono i cittadini che liberamente scelgono. E il 90 per cento degli italiani ha fiducia nella Chiesa e sceglie di destinarle l’otto per mille. A proposito del rapporto Chiesa e soldi, sa quanto risparmia lo Stato grazie al servizio offerto dalle scuole paritarie cattoliche? Sei miliardi di euro».
Qual è oggi il compito dei cattolici in politica?
«Oggi è uguale a quello di ieri, il Vangelo è lo stesso, la dottrina sociale è il patrimonio di riferimento. Sono diverse le condizioni. Non c’è più una casa unica dei cattolici in politica, che ha servito il Paese in maniera straordinaria, ma verso la quale ora è inutile provare nostalgia o immaginare di ricostruirla. I cattolici sono impegnati in schieramenti diversi ma devono essere uniti sui riferimenti comuni e sui valori. Oggi molti temi al centro del dibattito politico riguardano l’inizio e la fine della vita umana, e toccano direttamente la dimensione della fede. Forse oggi è più difficile essere politici cattolici, c’è una responsabilità maggiore in rapporto ai valori fondamentali».
Il cattolico in politica spesso rivendica la propria autonomia dalle gerarchie.
«L’autonomia non può essere intesa come mancanza di comunione con i pastori. Essere autonomi non significa rifiutarsi di ascoltare l’insegnamento della Chiesa, ma agire con la propria responsabilità senza coinvolgere direttamente la Chiesa nell’agone politico. Autonomia non significa interpretare in modo solitario i valori della fede».
L’Italia può ancora dirsi un Paese «cattolico»?
«Credo che sia ancora cattolico. Non condivido l’idea di chi sostiene che oggi i cattolici sono minoranza e devono ragionare da minoranza. Finché la gente si dice cattolica, chi sono io per affermare il contrario?».
Ammetterà però che poi molti non seguono le regole morali della Chiesa...
«C’è sempre stato, purtroppo, il problema della divaricazione tra l’appartenenza alla Chiesa e alcuni comportamenti morali. Non credo però che in altre epoche la situazione fosse tanto migliore. Oggi, diversamente dal passato, c’è una cultura egemone che ha perso ogni riferimento alla fede e alla tradizione cristiana».
Da parte della Chiesa non c’è troppa insistenza sui temi della vita della famiglia, mentre altri, come la giustizia sociale o lo stesso annuncio evangelico, rischiano di passare in secondo piano?
«Vita e famiglia sono oggi un’emergenza sociale. C’è uno sradicamento dei principi stessi che sono alla base della nostra convivenza. Dunque non si possono sempre trattare tutti i temi allo stesso modo. C’è però anche un altro problema: quando la Chiesa parla di Gesù, della missionarietà delle parrocchie, fa meno notizia. Purtroppo questo ha fatto passare anche all’interno del mondo cattolico l’idea che noi parliamo soltanto di vita e famiglia. Mentre la nostra priorità è il primato di Dio».
La preoccupa il fenomeno della denatalità nel nostro Paese?
«Per molti anni siamo stati gli unici a parlarne, insieme all’allora presidente Ciampi. Ora ci si comincia ad accorgere del problema, ma non vediamo segni di risposta concreti. Non si tratta di un problema solo economico, aspetto che pure non va sottovalutato. C’è anche una crisi della speranza. Purtroppo l’uomo contemporaneo non si ama e in base a una certa filosofia evoluzionistica si considera come l’ultima specie di un’evoluzione casuale, senza senso. Dunque anche la vita è senza senso. Questo è l’humus dentro cui nidifica l’incapacità di trasmettere la vita».

10 ottobre 2007

Il cattocomunismo entra in convento

E' apparsa su molti quotidiani e siti internet la notizia che le suore Paoline sono state visitate da tre canditati del Partito Democratico e sono in trepidante attesa per le elezioni del 14 Ottobre prossimo. Anzi, non vedono l'ora di dare il loro contributo. Pensate che già domenica sera potranno dire di essere andate a votare per un partito che ha eletto il suo leader, Walter Veltroni, che intervistato da Repubblica, ha detto questo:

"Sui diritti delle coppie conviventi, penso che il disegno di legge del Governo sia una buona base di partenza per il confronto parlamentare. Quel che è certo è che il Pd lavorerà per il riconoscimento dei diritti delle persone che vivono nelle unioni di fatto, indipendentemente dal loro orientamento sessuale: non c'è contraddizione fra sostenere il valore della famiglia tradizionale e riconoscere i diritti di chi si ama e convive".
Le suore Paoline sono l'ennesimo esempio del cattocomunismo all'italiana....

Partito democratico?

Abbiamo notato che la Rai, cioè servizio pubblico, dedica ormai da tempo ampi spazi per sponsorizzare le primarie del partito democratico. Accendo la televisione e guarda caso stanno spiegando come e dove si vota come si trattasse delle solite istruzioni per andare a votare per le elezioni politiche o per i referendum. Ma non scherziamo. Non siamo dei bamboccioni come pensa il Ministro Padoa Schioppa! Immaginate se, al posto del partito democratico, ci fossero state le elezioni del partito unico del centrodestra. Credete che la Rai avrebbe riservato lo stesso trattamento pubblicitario? Stanno camuffando uno spot per il nuovo partito della sinistra come un'utile campagna di informazione sulle procedure elettorali.
Cosa c'entra questa notizia con il titolo del nostro blog? C'entra eccome! Questo è l'ennesimo esempio di come il potere se ne frega della nostra ragione e della nostra capacità di valutare se una cosa è giusta o sbagliata, se è democratica o imposta.

09 ottobre 2007

La difesa della religiosità

La comunità cattolica indiana ha dedicato ieri, 7 ottobre, un’intera giornata di preghiera per la pace e la riconciliazione in Myanmar, e per esprimere solidarietà al popolo birmano. La giornata, organizzata dalla Commissione Giustizia e Pace dell’Arcidiocesi di Delhi, ha visto sfilare in un pacifico corteo per le strade della capitale preti, suore, laici, con fedeli buddisti e di altre religioni, che hanno acceso candele e pregato incessantemente per la popolazione civile birmana, sottoposta a violenza e repressione.
Il corteo ha invocato libertà, democrazia e diritti umani in Myanmar, dichiarando vicinanza e solidarietà ai monaci buddisti che si sono esposti per chiedere la pace e il rispetto della dignità dell’uomo alla giunta militare birmana. Stessa iniziativa di preghiera si è registrata nei giorni scorsi nelle Filippine, dove fedeli cattolici e membri di molte associazioni civili si sono uniti marciando per le vie di Manila e chiedendo la fine della repressione in Myanmar.
I Vescovi filippini hanno invitato tutti i fedeli a pregare costantemente e a offrire Sante Messe perché cessi la violenza e si raggiunga una soluzione pacifica alla crisi del Myanmar.

Dispiace notare come in Italia nessun politico si sia mosso contro il regime comunista birmano con la stessa prontezza mostrata più volte per manifestare contro Stati Uniti ed Israele. Non credo sia un caso. Grazie a Dio una parte del mondo cattolico non è schiavo dell'ideologia per cui fa sentire la propria voce in tutti i casi in cui non via rispetto per la vita e la libertà sia che si tratti della pena di morte di Stati Uniti ma anche di Cina e dei forni crematori del regime birmano.

03 ottobre 2007

Le contraddizioni inglesi

La terra d'oltramanica non finisce mai di stupirci. E' degli ultimi giorni la notizia che il governo inglese ha approvato una legge che vieta di fumare in auto. Io non ho mai fumato, ma non trovo alcun motivo perchè un persona non possa decidere liberamente di fumare nella sua auto. Pare che uno studio della Brunel University abbia evidenziato che chi fuma in auto guida in modo più frenetico e veloce.....Mah... Ancora perplesso per il nuovo divieto introdotto dal governo inglese mi imbatto in una nuova notizia riguardante la nuova "moda" della ragazze inglesi: farsi sterilizzare per non avere figli, per sempre. Ogni anno sono circa 40.000 le ragazze che decidono di compiere l'operazione nelle cliniche private ad un costo di 1.200 €. La maggior parte della ragazze che decide di sterilizzarsi non ha superato i trent'anni. Stando cosi' le cose l'Inghilterra dovrebbe diventare nel medio periodo un paese di anziani salutisti che non fumano più ma che non hanno figli. Cose da non credere, ma che putroppo accadono in uno dei paesi osannati come tra i più evoluti del mondo. Ma la cosa che lascia sconcertati è che la notizia sul divieto di fumo è apparsa sui giornali e subito il nostro brillante governo si è prodigato per uniformarsi ai nuovi divieti inglesi, mentre la notizia della sterilizzazione delle ragazze inglesi ha fatto solo una breve apparizione su alcuni siti e pagine di giornale. Come si può lasciare che un paese approvi certi comportamenti senza che nessuno alzi la voce per gridare allo scandalo? Dopo l'embrione-chimera adesso ci sono le donne che non vogliono figli, la deriva anglossasone è solo all'inizio....